Via dei 150 anni CAI In memoria di Francesco Musso
Parete Ovest - Sviluppo 75 m -
Difficoltà V+ poi III/IV
Aperta
il 6 luglio 2013 da Walter
Marchisio e Lodovico Marchisio
(CAI Sez. Torino Sottosezione GEB)
Sarà inaugurata il 10 Agosto 2013 (Via di Falesia
su Torre Monolitica)
Località: Frabosa Sottana (Miroglio) Val Maudagna
Nome cima: Rocca Davì
Quota: 832 m
Gruppo montuoso: Alpi
Occidentali e nella fattispecie Alpi Liguri
Punto di
partenza: Miroglio
(762
m )
Dislivello: 60 m
(compreso l’avvicinamento) – Sviluppo della via più di 75 m
Ore: 2 h
Difficoltà: D+
Periodo: Tutto l’anno vista la bassa
quota, esclusi soltanto i periodi di nevicate eccezionali
Accesso: Autostrada
Torino, Savona, uscita a Mondovì, proseguimento per Villanova, deviare quindi a
sinistra ove vi è il cartello per Frabosa Soprana, Stazioni sciistiche. La
frazione che fa da spartiacque è Frabosa Sottana. Da qui si prosegue a destra
in direzione di Artesina e Prato Nevoso. Attraversare su un ponte che s’incontra
prima del paese di Miroglio il torrente (strada che valica il Maudagna e si
dirige al Camposanto della frazione in oggetto), parcheggiando subito oltre il
ponte (destra idrografica), in concomitanza del primo cartello ambivalente che
indica il sentiero Francesco Musso.
Avvicinamento: Dal parcheggio si segue il sentiero dell’acquedotto fino ad una prima
chiusa. Transitare a destra sino a portarsi sull’acquedotto vero e proprio.
Percorrerlo per circa 1 km . Caratteristico è un
primo rientro con mancorrente. Dopo altri 500
metri s’incontra la galleria di cui l’ENEL ha la manutenzione che resta
chiusa al pubblico. Si attacca la via sulla sinistra (verso di salita) di
fronte alla galleria.
Via dei 150
anni CAI
(Parete Ovest) – In memoria di Francesco Musso (Walter Marchisio - Lodovico
Marchisio). L’attacco è presso un albero accanto al sentiero dell’acquedotto (a
sinistra – lato di arrivo da Miroglio). La fiancata Ovest avrebbe inizio 15
m sotto, non scalabile causa vegetazione incolta che ricopre il costone
roccioso. Si attacca la placca iniziale (10
m ) 1 chiodo* (V+), se ci si appoggia alla pianta (da evitare) il passo
si riduce a un IV. Superato il primo ostacolo seguire una cengia con andamento
da destra verso sinistra (II) che conduce in prossimità di un diedro (1
chiodo). Salire su una piccola cengia (4 m – IV). Traversare a
destra (IV-) per 3 m (1 chiodo) su un secondo
terrazzino. Si risalgono quindi per l’appigliata ma verticale parete (1 chiodo -
III) i restanti 30 m sino in cima. Raggiunto
il pianoro sommitale, ove ci si ricongiunge alla via normale, portarsi alla
base del torrione sommitale (libro di vetta) ove con 8
metri (esposti) di facile scalata (II) si sale sul punto culminante della
Cima Nord (corona di alloro e nome della guglia salita) che si affaccia a monte
sul breve salto della paretina Nord che la divide dal
sentiero Musso (valico sopra la galleria).
Discesa: Dal punto culminante
scendere per lo stesso itinerario al pianoro ove esce ora la nuova via di
scalata (unica di questo settore), assicurando con la corda i più inesperti che
volessero invece accedere alla vetta per la via normale dal sentiero F. Musso
che si raggiunge scavalcando alcune roccette (I) per scendere poi facilmente
all’intaglio ove vi è la targa in ricordo di Francesco Musso. Da qui scendere a
sinistra (lato di discesa) per un ripido bosco servito da gradini in legno fino
a tornare alla base della via salita (all’imbocco della galleria dell’ENEL) da
cui poi si fa ritorno al parcheggio per lo stesso itinerario d’accesso. Dalla
vetta: ore 1.
Materiale
usato: 6
chiodi compresi i 2 della sosta per la calata in corda doppia uniti ad un
cordino con un “Maillon Rapide”. Un
altro chiodo con “Maillon Rapide” per
la calata è stato lasciato in vetta al Monolito centrale salito anch’esso (si
presume) per la prima volta in quanto manca ogni tipo di documentazione di
salita dei primi salitori.
Altre
Notizie: La
corda doppia all’uscita della nuova via, di circa 40
m attrezzata dal pianoro è un po’ delicata perché non è possibile
lanciare la corda e farla scendere sino alla base (troppi spuntoni e piante di
alto fusto con i rami che sporgono sulla parte bassa della parete). Dal pianoro
sotto la cuspide finale il 6 luglio è stato anche salito da Walter e Lodovico
Marchisio il monolito centrale che si raggiunge con una breve discesa verso il versante
Nord-Est sino al punto di cresta che lo divide dalla sommità. Da qui con un
breve ed esposto traverso (III delicato in quanto la base del monolito è 30
m più in basso), si raggiunge la spalla Sud, da cui per un’esposta ma
facile ed appigliata cresta (II) si raggiunge l’area cuspide. Discesa per la
stessa via o con breve calata (chiodo e “Maillon Rapide”) lasciati per l’occorrenza. Sulla “Guida ai Monti
d’Italia - Alpi Liguri” di E. Montagna e L. Montaldo anno 1981 edita da
TCI/CAI, a cui L. Marchisio aveva collaborato, era stata allora segnalata
l’esistenza di altre due vie: la prima sulla parete Sud (quella rivolta alla
strada), chiamata “Via delle Placche” con circa 90 m di sviluppo (III – IV con un tratto A1) vecchia
valutazione. Detta via non è mai stata liberata in arrampicata libera. Più a
destra vi è una variante di questa stessa via che risale un secondo
diedro-fessura con 20 m di A1 – A2
(valutazione degli anni 80). Sul versante Nord-Est si snoda la seconda via vera
e propria chiamata “Via dello spigolo Nord-Est” che segue tale spigolo girando
poi a sinistra sul versante Est (IV – III) 85 m di sviluppo. Tali vie non
sono ancora state ancora riattrezzate. Invece per la festa del 10 agosto è
stata riattrezzata con chiodi normali e sosta per la calata obbligata di 25 m con cordino e “Maillon Rapide” la via normale (parete
Est) da Massimo Viglietti, Walter e Lodovico Marchisio, che conduce in vetta
alla Cima Sud. Detta via la si raggiunge dopo aver divallato per il sentiero
Musso ed essere scesi dalla parte opposta della galleria dell’Enel, con un
traverso su cenge erbose che conducono all’evidente diedro alto 25 m con passaggi di II e III
massimo. Per finire le due cime più orientali (Cima Sud, ove esistevano le
vecchie vie e Cima Nord con la via ora aperta sulla sua parete Ovest e la sua
via normalissima sul versante Nord, unica quasi escursionistica del settore,
per accedere ad una cima del contrafforte roccioso di Rocca Davì) sono unite da
una serie di tre spettacolari monoliti sporgenti sul vuoto. Sarebbe
spettacolare (visto che le vecchie vie sono ancora in disuso) concepire l’idea
di una “Via Ferrata” che partirebbe dal punto più basso della parete Sud (lato
accanto alla strada, dopo aver attraversato il torrente Maudagna) superando
detta parete a lato della “Via storica”, senza minimamente intaccarla, con
scalini e cavo sino alla Cima Sud, toccandone l’apice, dalla quale poi con due ponti
tibetani si potrebbero scavalcare i vari monoliti per accedere alla sommità a
monte più orientale (Cima Nord) da cui facilmente si potrebbe fare ritorno a
valle per il sentiero Francesco Musso, rivalutando un settore di roccia
cristallina, non meno bella, anche se con minor estensione, della vicina Parete
dei Distretti dedicata a Beppino Avagnina ove il CAI di Mondovì ha messo in
sicurezza più di 90 vie.
Da sx Lodovico Marchisio e Walter Marchisio in azione sulla nuova via di Rocca Davì - Miroglio di Frabosa Sottana 6 luglio 2013 |
N.B. (*) Tutti i
chiodi sono stati lasciati in parete per attestare la via salita. È stato
omesso nei gradi di difficoltà il simbolo (°) in quanto non viene usato nelle
guide alpinistiche classiche. La sigla senza punto (m) significa metri e viene
usata abitualmente. Volutamente i versanti Nord, Est, Sud ed Ovest anche se non
necessitano della maiuscola., essa è stata usata per evidenziare i vari versanti
di scalata trattati.
Relazione e testo di Roberta
Segato
Anche la prestigiosa rivista on-line del Club Alpino Nazionale "Lo Scarpone" ha dedicato ampio spazio all'apertura della nuova via su Rocca Davì , la via dei 150 anni del CAI. Sotto il link